mercoledì 12 marzo 2014

Pop Corn sul divano


Ormai è giunta la primavera e suona strano che vi consigli di rinchiudervi in casa a guardare film... ma in caso siate affetti da virus stagionali eccovi due personalissime recensioni.

THE GIRL


Avevo personalmente lasciato Hitchcok nel bel mezzo della sua anzianità con moglie, sanità mentale e ancora più successo (mi riferisco al film Hitchcok del 2012 diretto da Sasha Gervasi) ottenuto anche dal film capolavoro Psycho; per poi ritrovarlo in formato tv alterato, malato e ossessionato (mi riferisco al film The Girl sempre del 2012 ma diretto da Julian Jarrold). Cronologicamente quest'ultimo viene dopo, infatti racconta gli ultimi anni di carriera del regista noir caratterizzati dai suoi ultimi capolavori cinematografici (fra i quali Birds) e dalla sua ossessione per la bellissima attrice Tippi Hedren. Sienna Miller interpreta perfettamente il ruolo della bambola bionda che non intende stregare il regista ma che rimane vittima della sua proverbiale bellezza; così come Toby Jones non lascia mai trapelare un lato artistico o familiare dal suo Hitchcok che ci appare sempre malato e perverso. Una storia gabbia, nella quale lo spettatore si sente soffocare, inseguire e pedinare da un regista instabile che potrebbe scatenare una qualsiasi catastrofe pur di distruggere il suo oggetto del desiderio; non ha caso la narrazione riprende perfettamente i canoni classici delle trame Hitchcockiane, per farla breve sembra di essere in un film di Hitchcok ma ma in cui il serial killer è il regista stesso.

A PROPOSITO DI DAVIS


Premetto che non amo i film dei fratelli Cohen e premetto che ho sentito molti pareri negativi riguardo a questo film che, personalmente, devo ammettere mi è piaciuto. Attore superbo a parte, il film tratta la storia di un uomo comune che purtroppo, come ogni grande artista, si trova nel posto giusto al momento sbagliato. Un uomo che non riesce a trovare una casa e, come il gatto rosso del film, diventa randagio alla ricerca della fama e della gloria che gli spettano (anche ad un occhio nudo e crudo di musica salta agli occhi la bravura del cantante folk Llewyn Davis) e che purtroppo non arriverà mai. La maledizione del precursore che anticipa i tempi, viene egregiamente descritta attraverso i fallimenti e le delusioni dell'artista che, alle volte, sfocia nella figura dell'incompreso; anche se, lo spettatore, avrà sempre più difficoltà a comprendere i personaggi che circondano il cantante (la scena a cui mi riferisco è quella dell'incisione del disco stupido ma di successo, scena dove compare pure Justin Timberlake). La sua differenza rispetto agli altri sarà sottolineata anche da piccole scelte scenografiche come quella di far indossare gli occhiali da vista a tutti, tranne che a lui, durante le cene e le visite in casa Gorfins.

1 commento:

  1. Ahahhahahahh a te A proposito di Davis proprio un t'è andato giù :P

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