domenica 21 aprile 2013

I wanna be a diva but....c'è crisi!


La scorsa settimana ho saltato il mio appuntamento con le dive, ma questa settimana ve ne presento una che vale 2: Edith Piaf. L'usignolo francese (in francese piaf significa usignolo) nasce da una famiglia povera e nulla abbiente, tanto da mandarla fin dalla tenera età nella casa della nonna materna, allevatrice di pulci, che non era per nulla interessata alla nipote (i suoi biberon si racconta fossero riempiti di vino). Quando il padre della piccola Edith scoprì tutto ciò, decise di allontanarla dalla nonna e la portò in un bordello gestito da una sua amica. La piccola qua conobbe tutte le cure e l'amore del mondo femminile (le prostitute che lavoravano là dentro l'adoravano) nonostante dovette superare anche una malattia alla vista: la cheratite, che rischiava di renderla ceca. A 8 anni il padre, artista di strada, decise che era abbastanza grande da poter andare in giro con lui ed, anzi, fu proprio grazie agli spettacoli itinerari del padre che la piccola scoprì le sue grandi doti vocali. Il vero boom lo ebbe intorno ai 17 anni quando ad uno dei suoi spettacoli, che erano diventati concertini in bettole della periferia parigina, partecipò anche un noto imprenditore musicale che l'accolse sotto la sua ala. Sempre nel solito anno la cantante restò incinta di una bambina che, soltanto due anni dopo, morì a causa di una meningite. Anche l'imprenditore che la lanciò nel mondo dello spettacolo dovette assaggiare il morso di questa vita, in quanto, la "gentaglia" che frequentava la Piaf lo uccise per pareggiare un conto in sospeso: non sopportarono la scalata sociale di Edith.
Nonostante ciò riuscì, grazie alla sua malinconica, forte e dolce voce, il mito dell'usignolo in Francia (da notare la forte approvazione che ottenne dal commediografo Cocteau). Nel secondo dopo guerra iniziò ad esibirsi anche negli Stati Uniti e, pure lì, riuscì ad affermersi come stella indiscussa. Proprio in questi anni conoscerà il suo unico amore, il pugile Marcel Cerdan, e anche se dopo l'atleta si sposerà altre volte, ed avrà altri compagni, nessuno sarà mai amato quanto Marcel, protagonista indiscusso di svariate canzoni d'amore dell'artista. La loro triste storia d'amore finirà a causa di un incidente aereo che non riporterà mai a Parigi l'affascinante pugile e che segnerà inesorabilmente la vita della cantante che, per combattere la depressione inizierà ad abusare di psicofarmaci e morfina.
Ancora giovane soffrirà di artrosi e cirrosi epatica anche se sul palco riusciva sempre a cantare in modo divino, celebre è l'interpretazione della sua ultima canzone Je ne regrette rien che racconta perfettamente la storia di Edih Piaf. Si spense ancora giovane dopo una forte broncopolmonite che la segnò e nonostante stiamo parlando del 1963, ben cinquantanni fa, ascoltando una qualsiasi canzone dell'artista capiamo quanto sia ancora attuale, viva e diva!
L'artista, nonostante abbia guadagnato tantissimo nella sua vita, ma non si è mai abbandonata in sfarzi e lussi, rimanendo sempre fedele alla petite robe noir. Proprio basandomi su questo principio vi suggerisco l'outfit per somigliarle con un budget massimo di 100 euro. Al centro dell'outfit metterei un abito blu in stile grand soirée smanicato e con un taglio retrò (Zara, 79 euro), a questo mi limiterei ad abbinarci un copri spalle nero liscio e a lunghezza del vestito (Tezenis, 19,90 euro).
Tot= 98.90 ( il celebre "filo del rasioio")
Il consiglio che vi lascio riguarda al make up, in quanto la cantante francese era nota per la pelle chiara, l'uso del mascara e il rossetto rosso. Un tris perfetto per questo outfit.

Edith Piaf

Edith Piaf by lula6 

Alla prossima settimana e...alla prossima diva!

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