martedì 15 aprile 2014

Pop corn sul divano


Con questa primavera così ballerina: sole-pioggia, pioggia-sole, l'unica risorsa sembra essere lo streaming dei film. Ecco dunque il mio solito resoconto settimanale.

12 ANNI SCHIAVO


Un film che stando alle critiche e alle candidature agli Oscar doveva essere un capolavoro ma che, personalmente, ho trovato vuoto e freddo. La trama non ha nulla di speciale, siamo davanti alla  classica storia di schiavismo nero, dove dovrebbe prevalere l'idea ed il senso d'ingiustizia (il protagonista viene reso schiavo ingiustamente) ma che in realtà non emana nessuna emozione. Anche la scena madre, quella dedicata alla liberazione e al ritorno a casa dello schiavo, è piatta e poco entusiasmante. Il ritorno a casa dello schiavo sembra quasi il rientro quotidiano di un qualsiasi padre di famiglia lavoratore; niente lacrime e niente calore. Unico appunto positivo va all'interpretazione dello schiavista sadico fatta da Michael Fassbender, unica fonte di emozioni sia positive che negative all'interno del film.

DIETRO I CANDELABRI


Una storia vera e sconvolgente che racconta la vita dietro al palco del grande pianista Liberace. La splendida e attenta regia di Soderbergh ci accompagna dietro le quinte, nella vita privata eccentrica ed eccessiva dello stesso pianista che, proprio lontano dal suo luccicante pianoforte, si trasforma in un semplicissimo uomo egocentrico e malato di sesso. E' proprio la sessualità del pianista il punto focale della storia che, non vuole focalizzarsi sull'omosessualità dell'artista, ma bensì sul rapporto malato e conturbante che lo lega al suo collaboratore Scott Thorne. Epocale Michael Douglas nei panni dell'egocentrico e narcisista Liberace; ma ancor più emozionante l'interpretazione della vita sottomessa e imprigionata di Scott Thorne fatta da Matt Demon.

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