sabato 15 ottobre 2011
Indignata
Non esiste protesta se questa diventa violenza. Non c'è messaggio se c'è aggressione. Non c'è futuro se si distrugge il presente.
Capisco che l'Italia sta vivendo uno dei periodi peggiori della sua storia, ma non ci sono giustificazioni per ciò che è successo oggi a Roma. Una manifestazione contro le banche (e già di base per me non ha senso) che sfocia in una guerra al precariato, che si manifesta in violenze gratuite.
Gli indignati, così si definiscono, sono le persone che prendendo spunto dalla Spagna, dove nasce il movimento, e dagli americani di Wall Street, hanno deciso di importare la protesta.
La gente è ignorante e forse non sa che alla base dell'indignazione spagnola c'era la politica e l'aumento di tasse (che privilegiava la classe governativa), mentre il movimento americano era mosso dai privilegiati, tassati dalla riforma economica fatta dal presidente Obama.
Nasce da solo domandarsi cosa c'entrano le banche italiane, che se hanno difficoltà ad aprire mutui o a fare prestiti è solo a fronte della riforma finanziaria del bel paese; e cosa significa protestare per il precariato che c'era anche cinque anni fa e che non viene risolto perchè non c'è nessun datore di lavoro che paga se non ha lavoro. E' un gatto che si morde la coda e non è spaccando vetrine o bottiglie in testa alla gente che la situazione migliora, anzi, a chi credete che toccherà ristabilire ordine nella capitale? A noi, con le nostre tasse.
Unica protesta che avrebbe senso, e che dovrebbe coinvolgere tutti i paesi in crisi, è quella contro i governi, i politici e a qualsiasi capo di Stato che invece di razzolare il proprio barile o i propri conti in banca, stringe la cintura ad ogni singolo cittadino che se aveva 3 si ritrova con un 1 scarso. La manifestazione giusta sarebbe contro chi ha 10 e continua a voler 12.
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Giusto, per non parlare che siamo governati da un coglione per 1 voto!!
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