sabato 30 luglio 2011

This is not Pizza


Nella discussione dove vi ho elencato i programmi dedicati al mondo culinario su analogico e satellitare, vi ho lasciati con la promessa che avrei parlato si Piacere Pizza in particolar modo, in quanto, se gli altri non ho avuto il piacere di vederli (anche perchè non guardo mai la tv, figuriamoci Sky), di questo mi è toccato vederne una puntata intera. Dico mi è toccato perchè non ha dipeso da me la scelta della programmazione (io trovavo molto affascinante la puntata di Sex&City su Fox dedicata alla depressione inguinale di Charlotte, ma il mio ragazzo non la pensava come me). Quando si ha un ospite, purtroppo, vince sempre costui o costei: le mamme cucinano i LORO piatti preferiti, scelgono LORO cosa guardare in tv, cosa fare e a che ora andare via. Fatto sta che questo stupido assioma sociale che rende il gioco di carta, forbice, sasso inutile ed eliminabile dalle società moderne, mi ha permesso di vedere un programma "carino" dedicato al mondo delle pizze. Un viaggio che parte dal capoluogo campano e arriva in tutto il mondo alla scoperta di come vengono riprodotte le pizze. I viaggiatori non potevano altro che essere due pizzaioli napoletani, che criticano, addestrano ed insegnano la vera tradizione della classica verace.


La puntata che ho visto io era su una famiglia di Los Angeles, innamorati della famosa pizza, che lavoravano in un albergo con ristorante annesso e offrivano "la vera pizza italiana" ad i loro commensali. I nostri amici napoletani, ricevuta la segnalazione da due alberganti originari di Salerno che hanno potuto "disgustare" questa pizza italiana, sono partiti per Los Angeles. L'inizio, come tutti i programmi di produzione americana, la situazione presentata è paradossale: gente che non conosce la mozzarella, persone che non sanno stendere la pasta e clienti che chiedono l'aggiunta di ananas nella loro pizza.
Poi parte la fase istruttiva, generalmente la più simpatica, dove viene insegnata la manovalanza della pasta (generalmente qua i pizzaioli nostrani se la menano un pò con giravolte in aria), poi vengono accompagnati a fare la spesa e finalmente imparano la differenza fra una mozzarella e le sottilette. Ed infine c'è la parte costruttiva, quella commovente, dove gli stranieri imparano la tradizione italiana, ed i tradizionalisti sono fieri dei loro studenti Erasmus.


Il motivo principale per cui vi parlo di questo programma è perchè a noi sembra strano che nelle pizze siano aggiunti ingredienti come "pepperoni", "ananas", "arachidi" o quant'altro, ma vi giuro che i gusti delle pizze nel menù di quel ristorante, prevedevano di tutto, della serie Pizza al gusto di "svuoto il frigorifero" o Calzone a "tutti i surgelati che ho nel freezer". Una aveva cipolle e piselli per esempio, un'altra uova sode e bacon e per non parlare di quella con le patatine fritte ed i wurstel (che sta avendo sempre più successo anche in Italia). La parte più bella sono i napoletani, che s'impauriscono davanti a quegli accozzamenti oppure s'inorridiscono davanti a certe proposte (tipo di aggiungere un pò di sottaceti alla quattro stagioni), e ricordano sempre che "Che il modo più romantico per chiamare una pizza è Margherita!" (concordo ma deve essere alta e con l'aggiunta di mozzarella di bufala).

2 commenti:

  1. Ahahahahaahhaha!Bella quella puntata di Sex And The CIty!
    Cmq questo programma, anche se non l'ho visto devo dire che trovo sia educativo, e finalmente rispettoso di questo piatto meraviglioso che è la pizza, oramai rovinato dall'esportazione, e servito anche con il budello di to' ma'!:D
    Lo guarderò in streaming!

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  2. Ahahhahahhahah la pizza al budello deve essere squisissima

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