martedì 4 febbraio 2014

Pop Corn sul divano


Visto che non smette di piovere...non ci resta che guardare dei film...

LA GRANDE BELLEZZA


Sinceramente non vedevo l'ora di recensire questo film. Una grande bellezza di film che racconta, attraverso un affascinante e avvenente interpretazione di Toni Servillo, l'eclissi della città eterna. Un film iconico dove anche un direttore nano mostra la grandezza del regista che, attraverso immagini forti, cori gregoriani nudi disturbanti e non conturbanti, mostra il declino della bellezza di Roma. L'eleganza della città diventa eco di ricchezza barocca e sfarzosa, nella quale sopravvivono solo i lussi più eccessivi e i più estremi. Paolo Sorrentino sceglie il grottesco per raccontare l'arte moderna e usa lo sfarzo mondano come linguaggio; il risultato che ottiene è forte e decisivo, quasi come se tutti gli spettatori fossero invitati a cenare a casa del Petroniano Trimalchione. Ancora una volta veniamo messi davanti ad un ossimoro "bellezza" e "bruttezza" e ancora una volta stentiamo a distinguere una dall'altra.

LA VITA DI ADELE


Un altro film parecchio forte ed importante che ho visto è proprio La Vita di Adele, fraintendibile come narrazione di una storia d'amore gay, quando siamo davanti ad un romanzo di formazione di un personaggio: Adele. Un film d'impatto, soprattutto per le scene nude e senza freni inibitori di alcun tipo (e forse questa è un pò una pecca del film che alle volte sfocia nel pornografico) che indaga la psiche indecisa e incerta della giovane Adele. Una ragazzina che diventa donna lasciandosi trasportare dagli eventi, dagli amori e dalle passioni; tutto ciò che le gira intorno è frenetico, travolgente e devastante; insomma un personaggio che non riesce a crescere se non in base e attraverso gli altri. Nel film, infatti, Emma, la compagna, matura e si evolve, mentre la piccola Adele resta uguale, identica anche esteticamente, per tutta la trama. Un finale un pò sciocco, che lascia l'amaro in bocca e che non ci permette neanche d'intuire la prossima mossa della protagonista; protagonista che per tutta la durata del film siamo tenuti a fissare, seguire morbosamente attraverso lo sguardo insistente e ridondante di Abdellatif Kechiche.

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