domenica 23 dicembre 2012

Piazza Italia scende in piazza


L'azienda di abbigliamento italiana Piazza Italia ha optato per una pubblicità progresso come iniziativa commerciale, accanto ad immagini di gente comune, più o meno giovane e fisicamente modellata, ha abbinato una serie di slogan e frasi piuttosto aggressive.


Questo è il dato di fatto. Ma se andiamo a sviscerare le frasi oramai fatte (ne leggiamo e sentiamo dalla mattina alla sera) finiamo per dimenticarci che sempre di vestiti parliamo. Cioè capisco il fatto che la gente comune sia "incazzata" con la politica ed il sistema italiano, perchè lo sono anche io, ma non riesco a trovarne il legame con l'abbigliamento.


O meglio, riesco a trovarci un nesso logico solo se penso ad una papabile ed appetibile iniziativa commerciale. Se ci pensiamo è da la primavera scorsa che il brand d'abbigliamento italiano made in China che cerca di diventare il dress code dei rivoluzionari, degli indignati italiani; giocando sull'ormai usurato concetto della gente comune usata come modelli.


Egregi Signori io qua vi chiedo e mi domando, come si può marciare sulla indignazione e l'incazzatura della gente in questo modo? Come si può presumere che i non pensionati, i disoccupati e gli esodati possano sentirsi compresi da un marchio? Penso sia avvilente pensare che durante una qualunque riunione commerciale un tipo ingellato, piuttosto vecchio e pure viscido se ne sia uscito così "Perchè non facciamo una iniziativa commerciale contro il sistema politico italiano che oggi fa incazzare tutti?".


Parliamo sempre di vestiti, di abbigliamento e non siamo davanti ad un'azienda che programma il cambiamento che propone qualcosa di diverso. Accanto a quelle frasi forti, brevi e coincise (dove tutti possano facilmente rispecchiarsi perchè ce n'è una per ognuno di noi) c'è della gente vestita con indumenti di Piazza Italia. Scusate se sono così pungente, ma a parer mio è l'ennesima esca per acchiappare pesci.


I prodotti dell'azienda, effettivamente, vantano il basso costo e il risparmio facile; ma se uno gira per i mercati oppure guarda bene il cartellino del prodotto che ha comprato capisce che non ha comprato nulla d'Italiano e nulla di qualitativo. Facile vendere un bidone se incartato bene. In questo caso l'incarto è persino mosso dalla rabbia degli italiani, di quelli che non riescono a trovare lavoro, di quelli che sono stanchi e non possano andare in pensione e di quelli che non ne possono più di vedere quei politici lordi e grassi dei nostri soldi.


Questa sarebbe stata un'iniziativa commerciale lodevole se Piazza Italia avesse iniziato a produrre in Italia magari ribadendo che sono stanchi di vedere disoccupati (offrendo, appunto nuovi posti di lavoro) oppure proponendo capi di qualità a prezzo ribassato per le famiglie maggiormente toccate dalla crisi. Tempestare città di pubblicità con finto progresso è il riflesso, nudo e crudo, della stessa politica italiana: arricchirsi sulle spalle altrui.


Non sono shoccata dalle frasi, come altri siti e giornali hanno dimostrato di essere, perchè sono frasi ormai comuni e di facile pronuncia: basta andare in qualsiasi circolo o bar e si troverà sempre qualcuno che dice frasi simili. Ma sono shoccata dal principio che ha mosso questi pubblicitari (magari vecchi e con nessuna intenzione di andare in pensione, con il loro giro di donnette e pure pieni di soldi) che si strofinano le mani sulle disgrazie altrui creandoci sopra iniziative commerciali.


Sarebbe stato più edificante e costruttivo se invece che spendere fior di quattrini per addobbare intere città di queste pubblicità, avessero garantito maggiori posti di lavoro e magari più sicuri a quelli che ci lavorano (le loro proposte di contratto non sono più rigogliose ed affabili di tutte quelle che ci circondano: lavorare per tre mesi a meno di 1000 euro, se poi piaci bene se no tante care cose, il che significa mano d'opera semi gratuita per 3 mesi).


Voi la pensate come me oppure no? Approvate questa iniziativa commerciale?

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