domenica 30 ottobre 2011

Il pranzo a sacco


Questa settimana non sono riuscita a vedere due film per recensirveli, ma anche se la rubrica salta non vuol dire che non la porti giammai avanti. Spero, anzi, la prossima settimana di potervi accontentare con due consigli cinematografici. In ogni caso il blog va avanti e oggi vi parlerò dei pranzi a sacco degli USA.


In Italia con difficoltà i bambini devono portare a scuola il pranzo da casa, noi siamo dotati di mense, più o meno buone, salutari e/o fornite, ma in ogni caso il pranzo a sacco è un'esclusiva delle gite o dei giorni in cui vi era sciopero. Era assolutamente un lusso portarsi il pranzo da casa, e quando succedeva era un avvenimento storico: una classe intera riusciva finalmente a pranzare. In quanto, alla faccia della fame nel mondo, le varietà di alimenti e lo scarso gusto di questi non invita a far mangiare i bambini che, come nel mio caso, giocava col cibo e ne buttava via in quantità industriali. Ma questa è un'altra storia.


Nei paesi anglosassoni, invece, portarsi il cibo da casa è un must, come comprarlo al bar dentro alla scuola. Una opzione non esclude l'altra, ma il problema è ancora una volta la qualità ed il tempo di preparazione. Io, per motivi lavorativi, ogni mattina mi porto il pranzo a sacco a lavoro (anche per ammazzare i costi dei bar/ristoranti nel centro della città), ma riesco in ogni caso a prepararmi cose salutari, veloci e variegate, e non manco di favorire tutte le proprietà nutrizionali. Purtroppo non tutte le mamme hanno il mio stesso spirito e, difatti, ai bambini con madri squattrinate e super impegnate, ci ha pensato nonna Kraft.


L'industria di cibo spazzatura più celebre America, infatti, ha inventato i Lunchables: soluzioni formato sotto vuoto di pranzi take away per studenti. L'attrattiva più forte sono i regali legati al mondo dei cartoni animati, ma anche le schifezze che si possono comprare fanno il loro gioco. All'inizio era facile trovare fontina gialla, prosciutto o bologna o tacchino affettato (di bassissima qualità) crackers salati e magari qualche tipico cookies americano; ma i tempi cambiano ed il mercato chiede continue novità.


Un caso esemplare è la versione coi frizzini per la lingua, dello stesso prototipo di pranzo take away. Chi è che non metterebbe dei frizzini su delle rotelle di mozzarella creata industrialmente? In ogni caso va detto che molto sfrontatamente e senza aver certezza di ciò che ci dicono continuiamo a leggere, in basso a destra di ogni confezione, che sono preparati con alti concentrati di calcio (nel sedere s'intenda) e proteine (dirette nella medesima direzione).


Fatto sta che i cervelli della Kraft sono molto funzionanti, in quanto, nonostante le grandi mareggiate di novità dei mercati, sono riusciti a cavalcare sempre le vette commerciali. Una soluzione completamente innovativa è il panino take away, che oltre ad offrire due fette di pane stantio, del formaggio cheddar e del tacchino affettato, ci viene consegnata una bottiglietta d'acqua ed una polpa di mele intesa come frutta. Ringraziamo per gli 0,25l di acqua che ci viene regalata e anche per la polpa di mela che a percentuale è così composta: 60% additivi, conservanti, coloranti, 30% zuccheri e 10% polpa di frutta (in polvere).


Quella del panino comunque è stata un'ultima evoluzione del marchio, poichè il passaggio intermedio si è avuto dalla pizza da comporre (come fosse una costruzione Lego), da mangiare comodamente a scuola tua. Un mega crackers non salato da guarnire con pomodoro formato bustine ketschup, non formaggio filangé e salsiccia a rotelle (che potrebbe essere il nostro più comune salamino milanese). Una classica pizza da Jersey Shore per intenderci.


Eppure hanno successo, questo marchio ha portato all'azienda Kraft tantissimi introiti e gli ha permesso di entrare anche nelle scuole e nelle macchinette per il cibo delle scuole. Per questa funzione è stata creata la Pepperoni Pizza (e qualcuno dovrebbe proprio dirglielo che i peperoni in Italia son ben diversi!). Anche questa pizza è componibile e si può trovare anche fra gli scaffali dell'Ikea.


I grandi cambiamenti però sono stati possibili solo grazie a Michelle Obama e alla sua regolazione sulle alimentazioni, soprattutto negli ambienti scolastici che ha favorito il consumo di frutta e verdura. Un caso esemplare è stata con la Cheese Pizza sempre in formato Lunchables che usava come guarnizioni mozzarella di plastica e formaggio cheddar, ma che è stata possibile vendere solo con l'annessione di rotelle di ananas.


Tutti sappiamo che fanno schifo, fanno gola solo ai bambini e hanno un sapore disdicevole. Cosa gli rende allora uno dei pranzi più acquistati nel mondo dei bambini? La praticità? I costi irrisori? O le nuove generazioni drogate di schifezze? Secondo voi?

1 commento:

  1. ahahahhahahaha bhe bisogna anche valutare se è tacchino o talpone morto!

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